I tendini sono robuste strutture fibroelastiche che connettono i muscoli alle ossa e consentono di trasformare in movimento la forza generata dalla contrazione muscolare. Come tutte le strutture anatomiche, anche i tendini sono soggetti a usura, indebolimento, insufficienza funzionale e lacerazione per via delle importanti energie che devono sopportare sia nella vita di tutti i giorni sia durante la pratica sportiva, soprattutto in chi svolge attività motorie ripetitive.
Le tendinopatie sono un insieme di patologie che interessano i tendini, la guaina sinoviale o peritenonio che li protegge o le strutture anatomiche a essi adiacenti, quali le borse sierose. Le lesioni tendinee possono essere classificate in atraumatiche, traumatiche o da sovraccarico funzionale. Le prime, meno frequenti, possono avere origine da patologie dismetaboliche (insufficienza renale cronica, gotta e diabete) oppure da patologie infiammatorie (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, ecc.), mentre le seconde si distinguono in lesioni regolari, nelle quali i tessuti molli sono poco danneggiati e le componenti scheletriche sono indenni, e irregolari, nelle quali i tessuti sono estremamente danneggiati e sono presenti fratture a livello osseo. Le lesioni da sovraccarico funzionale od overuse sono causate invece da uso eccessivo e sono il risultato di microtraumi ripetuti che rendono il tendine incapace di sopportare un’ulteriore tensione.
Il trattamento delle patologie tendinee si basa essenzialmente sulla classificazione diagnostica (esame obiettivo ed ecografia): in tutte le tendinopatie con comparsa di dolore e compromissione funzionale il trattamento è di tipo farmacologico o conservativo, mentre in quelle caratterizzate dalla presenza di rottura del tendine, quando possibile, viene effettuato il trattamento chirurgico per via artroscopica o “a cielo aperto”.
I temi fino ad ora descritti saranno al centro di questo progetto formativo a distanza, in cui le tendinopatie verranno analizzate a 360 gradi, dall’eziopatogenesi e classificazione agli approcci terapeutici e riabilitativi più recenti. Il medico iscritto alla FAD potrà quindi avere un quadro completo di queste patologie e focalizzare l’attenzione sulle tecniche chirurgiche più efficaci e innovative e sulle prospettive terapeutiche future.