Lo scompenso cardiaco continua ad essere una malattia in crescita epidemiologica e gravata da una so-stanziale mortalità e morbilità. La ricerca clinica cardiovascolare ha recentemente dimostrato il beneficio di una classe di farmaci nati come antidiabetici e dunque destinati ai pazienti affetti da diabete mellito: le gliflozine, che hanno dimostrato risultati sorprendenti nella riduzione della mortalità correlata all’insufficienza cardiaca e della morbilità, prevalentemente riguardante il numero delle ospedalizzazioni per peggioramento dello scompenso. Il beneficio di questa classe di farmaci è stato riportato in popolazioni di pazienti con e senza evidenza di insufficienza cardiaca, dimostrando la possibilità di una riduzione primaria dell’insufficienza cardiaca anche in pazienti senza malattia cardiovascolare pregressa. In aggiunta, il beneficio è stato recentemente dimostrato anche in soggetti non affetti da diabete, determinando quindi una nuova evidenza nel trattamento della insufficienza cardiaca indipendentemente dalla eziologia e dai fenotipi clinici.
In relazione a queste evidenze, le linee guida europee sulla gestione dei pazienti con diabete mellito di tipo 2, rilasciate nel 2019, hanno profondamente modificato l’approccio alla valutazione del rischio cardiovascolare nel paziente diabetico, e hanno raccomandato in prima linea, nei pazienti a rischio alto o molto alto, l’impiego delle nuove classi di farmaci antidiabetici che hanno dimostrato benefici in termini di riduzione degli eventi cardiovascolari. Appare dunque particolarmente rilevante un corso di aggiornamento che affronti l’impatto di queste sostanziali nuove evidenze nella pratica clinica.