Non può esserci alcuna innovazione ed integrazione delle organizzazioni assistenziali senza una formazione, continua, concreta, e coinvolgente che deve essere legata ai bisogni delle persone con patologie polmonari e aperta alla implementazione di eventuali nuove tecnologie. Tale progettualità presenta le basi per un potenziamento delle conoscenze teorico-pratiche e determina un processo di vera formazione come asset strategico nazionale e regionale. Gli aggiornamenti, in un periodo critico come questo, rappresentano il motore del cambiamento per la valorizzazione delle competenze individuali degli operatori sanitari partecipanti e delle strutture operanti sul territorio.
La malattia nota come COVID-19 ("CO" per corona, "VI" per virus, "D" per disease e "19" per l'anno) prende il nome dal suo agente patogeno – il Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS)-CoV-2, ha determinato una diffusione di polmoniti che a volte hanno avuto esito infausto. Tale pandemia ha messo in risalto alcuni processi fondamentali di gestione delle patologie polmonari che hanno determinato dei cambiamenti clinici, diagnostici e di monitoraggio ricollegabili:
- alla persistenza del virus SARS-CoV-2 nell’uomo
- al grado di infettività per via aerea del SARS-CoV-2, tutt’altro che modesto, che può determinare una severità di malattia polmonare, sia come conseguenza della carica virale che per la presenza di comorbidità polmonari
Inoltre, uno degli impatti altamente significativi che la pandemia COVID-19 avrà sul sistema sanitario è legato alla gestione della ripresa delle attività che oggi sono state ridotte o sospese per contenere la diffusione del virus. Tra la riduzione di prestazioni di servizi sanitari, le principali riguardano le attività specialistiche pneumologiche ambulatoriali. In primis, ne risentono i pazienti cronici che, per le caratteristiche delle loro patologie sono i principali fruitori di certe prestazioni, ma anche tutti quei pazienti di nuova insorgenza che al momento non trovano accesso al sistema ambulatoriale.
In questo contesto la riapertura a regime degli ambulatori ospedalieri e territoriali richiederà una nuova tipologia di criteri di accesso che necessariamente dovrà essere integrata con nuovi interventi organizzativi e tecnologici che dovranno permettere di gestire in modo ordinato ed efficace «l’onda di piena» prevista. Questo momento può essere occasione per sviluppare e testare un approccio nuovo di gestione delle riacutizzazioni infettive nella cronicità, questo può prevedere il monitoraggio del paziente cronico anche attraverso “ambulatori virtuali”, erogando alcune prestazioni in tele-presenza.
Perciò è fondamentale:
- formare una rete di specialisti dell’area respiratoria che si trovino a discutere di come riorganizzare la rete di ambulatori sui diversi livelli di intensità di cura e a identificare un portafoglio di possibili attività di ambulatorio da erogare in telemedicina a seconda delle prestazioni necessarie nel periodo post COVID-19
- conoscere e sperimentare gli strumenti di telemedicina nelle diverse strutture che verranno coinvolte o anche solo individuarne le strategie di utilizzo;
- individuare modelli organizzativi da implementare nel post-emergenza per la gestione degli ambulatori ad alta cronicità;
- definire un portafoglio di possibili attività di ambulatorio da erogare in presenza o in modalità virtuale, con diversa intensità di “tempo medico” e di tecnologia (ambulatorio virtuale, telemedicina) grazie al supporto delle nuove tecnologie digitali e alla riorganizzazione dei percorsi e processi
In dettaglio, il corso prevede di raggiungere i seguenti obiettivi:
- creare un confronto diretto tra gli Specialisti e MMG per costruire il futuro nella gestione del paziente post COVID e per coordinare in modo rapido ed efficace il «ritorno alla normalità» nella gestione della cronicità
- definire la stratificazione dei pazienti, l’utilizzo di strumenti e dei servizi digitali, e la riorganizzazione dei percorsi ambulatoriali in questa fase di emergenza