L’ipercolesterolemia rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per morbilità e mortalità cardiovascolare. Numerose evidenze dimostrano che la riduzione del colesterolo LDL, sia in prevenzione primaria che secondaria, si associa ad una significativa riduzione del rischio di eventi cardiovascolari. Le strategie terapeutiche per il raggiungimento di valori ottimali di colesterolo LDL prevedono sia interventi sullo stile di vita che interventi farmacologici.
L’approccio terapeutico iniziale al paziente con ipercolesterolemia prevede una dieta a basso apporto di colesterolo, grassi saturi e “trans” e un aumento di fibre alimentari, associata all’attività fisica. Tuttavia, la compliance da parte dei pazienti è spesso insoddisfacente, soprattutto a medio-lungo termine. Inoltre, alcuni componenti della dieta con azione ipocolesterolemizzante sono presenti in quantità modesta o funzionalmente insignificante negli alimenti. Pertanto, negli ultimi anni si è diffusa la possibilità dell’utilizzo di “nutraceutici”, nutrienti e/o composti bioattivi con possibili effetti benefici sulla salute dell’uomo, che possono essere addizionati ad alimenti e bevande, o assunti sotto forma di integratori alimentari (formulazioni liquide, compresse, capsule).
Le linee guida congiunte della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea di Aterosclerosi (ESC/EAS) consigliano l’uso dei fitosteroli nella gestione clinica delle dislipidemie, tra gli interventi pre- farmacologici, nei soggetti a rischio cardiovascolare basso-moderato. Anche i soggetti che sviluppano effetti collaterali con i farmaci tradizionali (statine) possono beneficiare dell’impiego di alcuni nutraceutici.
Livelli elevati di colesterolo totale e di colesterolo LDL rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Queste ultime uccidono ogni anno più di 4 milioni di persone nella sola Europa e sono la principale causa di morte in Italia.
Le loro principali vittime sono donne (55%), ma prima dei 65 anni causano più decessi fra gli uomini. Chi sopravvive deve convivere con una malattia cronica che può alterare profondamente la qualità della vita.
La prevenzione cardiovascolare passa prima di tutto dall'impegno a mantenere il proprio peso nella norma e da uno stile di vita salutare che includa un'alimentazione sana e bilanciata e un'attività fisica regolare e che escluda, invece, il fumo e il consumo eccessivo di alcol. In questo modo ci si protegge non solo dalle malattie cardiovascolari, ma anche da altre patologie croniche.
Tuttavia, se le modifiche dei comportamenti alimentari non sono sufficienti a ottenere i risultati attesi può essere necessario abbinare alla dieta una cura a base di farmaci. Fra i più prescritti per far fronte a questo problema spiccano proprio le statine.
Molti studi clinici su larga scala hanno dimostrato che questi farmaci riducono significativamente sia l’incidenza delle malattie cardiovascolari, sia la mortalità dovuta a queste patologie.
Proprietà caratteristica delle statine è la capacità di abbassare i livelli del colesterolo nel sangue. Per questo possono essere utilizzare nel trattamento dell’ipercolesterolemia.
Il loro effetto più significativo è la riduzione del colesterolo LDL ed aiutano a ridurre i livelli di trigliceridi e far aumentare quelli del colesterolo HDL.
La loro azione può rallentare la formazione delle placche aterosclerotiche e ispessimenti della parte delle arterie spesso associate a gravi eventi come infarto e ictus.