Episodi di psicosi correlati all’uso di sostanze stupefacenti illegali, sono causa ormai comune di ricovero ospedaliero, soprattutto negli SPDC o nei reparti di neuropsichiatria infantile, dedicati alla cura di adolescenti con disturbo da uso di sostanze. C’è un esteso gruppo di sostanze, tra cui l’alcol, le amfetamine, la marijuana, la cocaina, gli allucinogeni, gli inalanti, gli oppiacei, la fenciclidina, taluni ipnotici e ansiolitici che possono scatenare una psicosi acuta nella quale, le allucinazioni ed i deliri, responsabili della perdita di contatto del paziente con la realtà, sembrano es- sere più severi e duraturi di quelli che di solito caratterizzano i “semplici” quadri sin- dromici dell’intossicazione o dell’astinenza da sostanze illegali ad azione psicotropa. Per tali motivi in alcuni giovani che usano sostanze, con prodromi di schizofrenia o quadri di schizofrenia in fase iniziale, è importante condurre un’anamnesi completa, mirata a scandagliare in profondità il corteo sintomatologico attuale e a capire se i sintomi mentali siano precedenti o successivi all’uso di sostanze, prima di concludere che la psicosi acuta sia circoscritta solo all’uso delle stesse.
Come per altre malattie croniche, come il diabete e le malattie cardiache, si ritie- ne che ci siano diversi fattori, endogeni ed esogeni, che agiscono congiuntamente e contribuiscono allo sviluppo delle crisi psicotiche e/o di veri e propri quadri di schizofrenia. Tra le possibili cause di insorgenza della malattia vi è una componente genetica dimostrata ma, oltre a questa, nella maggior parte dei pazienti possono esse- re presenti anche un certo numero di fattori esterni che contribuiscono allo sviluppo della malattia, tra i quali: il consumo di stupefacenti, i disturbi del sonno, una vita particolarmente stressante e altri fattori sociali che innescano situazioni ricorrenti di competitività o di iperattività cronica. Questa combinazione tra predisposizione genetica e fattori esterni scatenanti può produrre uno squilibrio chimico del cervello che porta ad una serie di variazioni a livello dei neurotrasmettitori, specialmente per dopamina e serotonina e tali variazioni a loro volta innescano la schizofrenia. Anche in questa tipologia di pazienti, spesso poco complianti ad una terapia giorna- liera, può essere clinicamente appropriato ripristinare l’equilibrio psichico attraverso l’utilizzazione di antipsicotici long-acting che, per le loro proprietà farmacocinetiche, garantiscono un’attività terapeutica prolungata di pari efficacia della terapia day-by- day, attraverso regolari somministrazioni, intervallate nel tempo.